Halloween questo sconosciuto
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Halloween questo sconosciuto
Le origini di Halloween sono molto discusse tra gli storici. C’è chi pensa che la notte delle streghe derivi dalla festa romana dedicata a Pomona (dea di semi e frutti) o dalla festa Parentalia, dedicata al culto dei morti.
Tuttavia, la maggior parte degli storici (il primo fu Frazer) è concorde sul fatto che Halloween tragga origine dalla festa celtica Samhain. Il termine deriva dall’antico irlandese e secondo gli studiosi significa “fine dell’estate”. Questa teoria viene avvalorata dal fatto che secondo il calendario celtico di 2000 anni fa l’anno nuovo iniziava proprio il 1° novembre. Ma in cosa consisteva la festa di Samhain? Con questa festa gli antichi Celti celebravano la fine dell’estate, ringraziando gli spiriti dei morti per il raccolto estivo. Secondo le loro credenze infatti, la notte del 31 ottobre, che segnava la fine dell’estate, consentiva di aprire le barriere tra vivi e morti, dunque era possibile comunicare con il mondo dell’Oltretomba. La festa di Ognissanti, ricordiamo, fu poi istituita ufficialmente il 1° novembre da papa Gregorio IV nell’840, ma con il protestantesimo la festa religiosa venne interrotta in Inghilterra, continuando ad essere celebrata tra la popolazione come festa laica. Verso la metà del 1800 la festa venne poi importata negli USA, dove in seguito assunse le connotazioni attuali del macabro e dell’occulto. Halloween dunque passò da rituale religioso e spirituale delle origini, a festa consumistica e laica, tra party in costume a tema prettamente horror, zucche intagliate (Jack O’Lantern), fantasmini, streghe e il famoso dolcetto o scherzetto (trick or treat) dei bambini.
Dea Romana Pomona
Pomona è la dea romana dei frutti (chiamata perciò Patrona pomorum, "signora dei frutti"), non solo di quelli che crescono sugli alberi, ma anche dell'olivo e della vite. Il nome della dea deriva chiaramente da pomum, "frutto". Ovidio la descrive con una falce nella mano destra (anziché con un giavellotto come nel caso di altre divinità).
Le era dedicato un bosco sacro denominato Pomonal, situato a sud del XII miglio della via Ostiense[3], nei pressi dell'attuale Castel Porziano.
Al culto della dea era preposto un flamine minore, il flamine pomonale, che nell'ordo sacerdotum era il meno importante di tutti.
Non si conoscono feste (Pomonalia) in suo onore, né dai calendari antichi giunti fino a noi, né dalle fonti letterarie classiche. Il filologo classico tedesco Georg Wissowa ha ipotizzato che la festività di Pomona fosse mobile e determinata dal momento della fruttificazione delle colture. Secondo il poeta Ausonio, Pomona ha in tutela il mese di settembre perché è quello in cui matura la frutta
La festa dei morti tra sacro e profano, tra tradizioni che si perdono e immutati riti.
Può essere utile fare un breve riepilogo e un’analisi delle tradizioni raccolte della festività dedicata alla transizione fra la luce e il buio, fra l’attività e l’attesa; uno stravolgimento così forte della natura da spezzare le regole metafisiche e riportare i morti in vita.
Sebbene la “festa unificata” retaggio delle antiche Pomonalia sia un triduo (dal 31 Ottobre al 2 Novembre), in Sicilia da che se ne abbia memoria comincia la sera dell’1 e si sviluppa il 2 Novembre, la vera e propria Festa dei Morti. In diverse parti della Sicilia in questi giorni vengono allestite fiere dov’è possibile comprare i cibi tipici della festività e molteplici altre merci da regalare.
Sono proprio le cose vendute nelle fiere quelle che vengono usate per apparecchiare la tavola alla vigilia della Festa, la sera dell’1 Novembre: dolci di svariati tipi con al centro un pupu di succaru o pupu a cena (dolci di zucchero antropomorfi) sono lasciati in offerta ai morti, che presto invaderanno i centri abitati. Sigillato il rituale della preparazione con una filastrocca omaggiante le Anime Sante, i vivi vanno a dormire e cedono il posto ai morti.
Durante la notte cade la barriera che spartisce i mondi e gli spiriti dei defunti ritornano nella dimensione materiale; in alcune zone ascendono dalle cripte degli antichi conventi, vestiti di bianchi sudari e camminando a piedi nudi o con scarpe di seta. Percorrono sempre i medesimi tragitti per le vie buie e solitarie alla ricerca della strada di casa, illuminando il cammino con torce accese e cantando litanie; talvolta fanno tappa in luoghi sacri o si fermano a banchettare. Troveranno porte aperte e grazie alle tavole imbandite placheranno il loro anelito ancora forte verso la vita che hanno perduta.
Se gli spiriti sono stati soddisfatti dell’omaggio, lasceranno qualcosa: canistri di frutta secca a celebrazione dell’ultimo raccolto e regali nascosti, veri e propri doni dall’oltretomba che debbono essere cercati negli anfratti; ma soprattutto lasciano frutta martorana, dolci in pasta di mandorle a forma di frutti, e i biscotti chiamati ossa dî morti, dalla forma di frammenti d’ossa. Le famiglie dei cari non possono accorgersi della visita, se non al risveglio, quando trovano le cose portate dai morti, unico segno tangibile del loro passaggio; i fantasmi incarnano dunque in Sicilia eccezionalmente il ruolo di dorofori e vengono amichevolmente chiamati morticielli e morticini.
Al rinvenimento dei doni segue il contraccambio dei vivi ai morti, ossia la visita alle tombe. Le famiglie trascorrono la giornata nella necropoli, mangiando pasti a base di fave sulle lapidi o nelle cappelle familiari presso i resti dei loro cari, in armonia con essi: il pericoloso squilibrio della vigilia è stato sanato. Quelle che il giorno prima erano offerte per i trapassati diventano cibo per i vivi.
Nella Festa si conciliano due elementi: l’esaltazione del raccolto ormai alle spalle, autentico e genuino fulcro delle Pomonalia, e la commemorazione dei defunti, che nelle vesti di dolci dalla forma umanoide e fave – contenitrici d’anime – vengono ritualmente ingeriti per conservarne le qualità e la presenza.
Lo sviluppo di nuovi simboli e tradizioni durante questa occorrenza si è andato a formare nel corso degli anni. Ad esempio così come le zucche hanno sostituito le rape quando gli irlandesi hanno portato la tradizione di Halloween in America, notevole influenza sulla festa hanno avuto anche diverse opere letterarie e leggende popolari. L’usanza del travestirsi risale al Medioevo e si rifà al momento in cui il giorno di Ognissanti la gente povera andava di casa in casa e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della commemorazione, il 2 novembre. Anche la frase “dolcetto o scherzetto?” deriva dalla leggenda di Jack O’Lantern che racconta che Jack va di casa in casa chiedendo “Trick or Treat?” il cui senso originale è un po’ più minaccioso rispetto alla traduzione italiana; letteralmente significava sacrificio o maledizione.
Le tradizioni per Halloween che conosciamo noi oggi derivano da come questa antica festa sia stata inglobata nella cultura americana la quale l’ha plasmata rendendola oggi una festa come tante altre nella quale non c’è più il valore originale e tradizionale, facendo diventare Halloween più una festa di aggregazione e divertimento. Oggi Halloween è celebrato soprattutto nei paesi anglosassoni, in particolare America e Canada che in questo periodo si riempiono di decorazioni a tema. In Europa è una festa meno sentita, sebbene negli ultimi anni ci sia stata una forte crescita, merito delle nuove generazioni cresciute con film, serie TV e immagini che hanno abituato per così dire all’idea di una festa un po’ macabra, ma anche molto divertente.
Halloween nel mondo è parecchio celebrato, al contrario di quanto si possa credere. E’ assolutamente vero che sono gli Stati Uniti a detenere il record di festeggiamenti, dato che più del 60% degli abitanti lo celebrano, ma anche in Europa e perfino in Asia ci sono diverse tradizioni che tutti dovremmo conoscere.In Germania invece è necessario nascondere i coltelli o riporli nei cassetti, in maniera tale che gli spiriti, una volta entrati nelle abitazioni, non corrano il rischio di ferirsi.
Sono questi i giorni festosi dello Xantolo, in cui i messicani attendono con gioia di poter accogliere nuovamente le anime dei defunti che tornano, per l’occasione, a far visita a parenti e amici. Proprio per questo i messicani preparano l’altare dei morti con immagini del defunto, una croce, un arco e dell’incenso bruciato. Le città sono addobbate con fiori, tra canti, banchetti e racconti interessanti sulla vita dei defunti. Come in Italia anche in Francia il 1 novembre, Fete de la Toussaint, è il giorno in cui si festeggiano tutti i Santi riconosciuti dalla Chiesa Romana e non, mentre il giorno seguente, Le Jour des Morts, è dedicato alle anime dei defunti. Solamente la prima è festa nazionale, con il risultato che i credenti usano riunire entrambe le feste al 1 novembre, approfittando della giornata libera per far visita ai propri cari defunti. Il culmine avviene nella mezzanotte tra il 1 e il 2 novembre quando per tradizione si prepara una speciale cena, composta da latte, grano nero, pancetta, crepe e sidro.
In Svezia la festa di Ognissanti è conosciuta come Alla Helgons Dag, festeggiata quest’anno il 5 novembre. Se vi trovate da quelle parti, non esitate a godervi lo scenario del cimitero di Skogs Kyrkogarden a Stoccolma, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco che, per l’occasione, s’illumina di migliaia di luci di candele per rendere omaggio ai defunti,.L’isola delle Mauritius, forte del suo multiculturalismo, festeggia All Saints’s Day, festa nazionale su tutta l’isola. Per l’occasione, le tombe vengono pulite, abbellite con corone floreali variopinte, viene portato sulla lapide il piatto preferito del defunto, consumato in compagnia dei parenti, rigorosamente accompagnato da un sorso di rum.
In Spagna è Cadice il simbolo della festa di Ognissanti. La città andalusa si trasforma in un luogo magico, con una serie interminabile di eventi dato che la festa del 1 novembre viene anche vista come il passaggio ufficiale dall’autunno all’inverno, con un tripudio di specialità gastronomiche, locali e d’importazione, accompagnate da musica e balli tipici. Nelle Filippine si festeggia Ognissanti con un ricco pranzo al cimitero in compagnia di amici e parenti. Dal 31 ottobre al 2 novembre i filippini si recano presso i villaggi d’origine per passare questa sentita festa insieme alle famiglie, nel ricordo dei propri defunti. Il 1° novembre per i polacchi, oltre ad essere la festa dei Santi, è la Giornata Nazionale della Memoria per i Caduti di Guerra… una doppia occasione, dunque, per onorare i defunti.
Le tradizioni slovacche, infatti, sono tra le più ‘romantiche’ e non associano Halloween alla festa del terrore, ma più che altro alle anime dei defunti: la tradizione prevede di dover lasciare delle sedie davanti al camino, una per ogni membro della famiglia e per ciascun parente defunto. In Austria il concetto è più o meno lo stesso: è necessario lasciare sul tavolo, la notte di Halloween, pane e acqua e una lampada accesa, per poter dare il benvenuto alle anime dei defunti che entreranno nelle case di ciascuno di noi.
IN Cina: La festa delle lanterne o festival delle lanterne (in cinese: 元宵节S, yuánxiāo jiéP) è la festa che chiude il ciclo delle festività del Capodanno cinese. Festa notturna, a volte è chiamata anche «piccolo capodanno» (小過年S, xiǎo guòniánP). È consuetudine odierna che la popolazione (in particolare i bambini accompagnati dai genitori) esca per una passeggiata notturna con una lanterna in mano. Sebbene i modelli tradizionali di carta a candela (花燈S, huādēngP) siano ancora popolari, sempre più lanterne sono realizzate in plastica e dotate di batterie. Le effigi dei personaggi dei cartoni animati preferiti dei giovani competono con motivi tradizionali (animali e piante, scene leggendarie o mitologiche). La festa di Halloween ad Hong Kong si chiama Yue Lan , ovvero la Festa dei Morti affamati, durante la quale vengono accesi fuochi e vengono offerti doni e cibo per placare la fame dei fantasmi che si potrebbero innervosire con i vivi!
Quando si pensa alla festa dei morti di certo ti verranno in mente molti luoghi comuni e scene di film horror; in America Halloween è proprio così. Qui la tradizione ha lasciato spazio alle nuove usanze decisamente più hollywoodiane, ma comunque strizzano l’occhio a simboli e leggende tradizionali. I quartieri di tutte le città americane diventano set di film horror con decorazioni spaventose, per strada i bambini fanno dolcetto o scherzetto, i più grandi vanno a feste in costume e nelle grandi città come New York sono organizzati tour ed esperienze spaventose appositamente per questa serata.
Ma Halloween non è solo un patrimonio anglosassone: in America i paesi parlanti spagnolo hanno una loro versione di questa ricorrenza e cioè il Dia de los Muertos. Nonostante il nome poco invitante (giorno dei morti), questa è una festa molto allegra e gioiosa fatta per ricordare tutti insieme i cari defunti. Questa festa originaria del Messico viene celebrata in tutta l’America latina e anche se accomunata ad Halloween in realtà è una festa diversa. La caratteristica principale che la contraddistingue da Halloween è che gli spiriti qui non sono legati a qualcosa di maligno, ma sono accolti con allegria. Questa festività è stata inserita nella lista delle ricorrenze del patrimonio dell’UNESCO nel 2008.
Tuttavia, la maggior parte degli storici (il primo fu Frazer) è concorde sul fatto che Halloween tragga origine dalla festa celtica Samhain. Il termine deriva dall’antico irlandese e secondo gli studiosi significa “fine dell’estate”. Questa teoria viene avvalorata dal fatto che secondo il calendario celtico di 2000 anni fa l’anno nuovo iniziava proprio il 1° novembre. Ma in cosa consisteva la festa di Samhain? Con questa festa gli antichi Celti celebravano la fine dell’estate, ringraziando gli spiriti dei morti per il raccolto estivo. Secondo le loro credenze infatti, la notte del 31 ottobre, che segnava la fine dell’estate, consentiva di aprire le barriere tra vivi e morti, dunque era possibile comunicare con il mondo dell’Oltretomba. La festa di Ognissanti, ricordiamo, fu poi istituita ufficialmente il 1° novembre da papa Gregorio IV nell’840, ma con il protestantesimo la festa religiosa venne interrotta in Inghilterra, continuando ad essere celebrata tra la popolazione come festa laica. Verso la metà del 1800 la festa venne poi importata negli USA, dove in seguito assunse le connotazioni attuali del macabro e dell’occulto. Halloween dunque passò da rituale religioso e spirituale delle origini, a festa consumistica e laica, tra party in costume a tema prettamente horror, zucche intagliate (Jack O’Lantern), fantasmini, streghe e il famoso dolcetto o scherzetto (trick or treat) dei bambini.
Dea Romana Pomona
Pomona è la dea romana dei frutti (chiamata perciò Patrona pomorum, "signora dei frutti"), non solo di quelli che crescono sugli alberi, ma anche dell'olivo e della vite. Il nome della dea deriva chiaramente da pomum, "frutto". Ovidio la descrive con una falce nella mano destra (anziché con un giavellotto come nel caso di altre divinità).
Le era dedicato un bosco sacro denominato Pomonal, situato a sud del XII miglio della via Ostiense[3], nei pressi dell'attuale Castel Porziano.
Al culto della dea era preposto un flamine minore, il flamine pomonale, che nell'ordo sacerdotum era il meno importante di tutti.
Non si conoscono feste (Pomonalia) in suo onore, né dai calendari antichi giunti fino a noi, né dalle fonti letterarie classiche. Il filologo classico tedesco Georg Wissowa ha ipotizzato che la festività di Pomona fosse mobile e determinata dal momento della fruttificazione delle colture. Secondo il poeta Ausonio, Pomona ha in tutela il mese di settembre perché è quello in cui matura la frutta
La festa dei morti tra sacro e profano, tra tradizioni che si perdono e immutati riti.
Può essere utile fare un breve riepilogo e un’analisi delle tradizioni raccolte della festività dedicata alla transizione fra la luce e il buio, fra l’attività e l’attesa; uno stravolgimento così forte della natura da spezzare le regole metafisiche e riportare i morti in vita.
Sebbene la “festa unificata” retaggio delle antiche Pomonalia sia un triduo (dal 31 Ottobre al 2 Novembre), in Sicilia da che se ne abbia memoria comincia la sera dell’1 e si sviluppa il 2 Novembre, la vera e propria Festa dei Morti. In diverse parti della Sicilia in questi giorni vengono allestite fiere dov’è possibile comprare i cibi tipici della festività e molteplici altre merci da regalare.
Sono proprio le cose vendute nelle fiere quelle che vengono usate per apparecchiare la tavola alla vigilia della Festa, la sera dell’1 Novembre: dolci di svariati tipi con al centro un pupu di succaru o pupu a cena (dolci di zucchero antropomorfi) sono lasciati in offerta ai morti, che presto invaderanno i centri abitati. Sigillato il rituale della preparazione con una filastrocca omaggiante le Anime Sante, i vivi vanno a dormire e cedono il posto ai morti.
Durante la notte cade la barriera che spartisce i mondi e gli spiriti dei defunti ritornano nella dimensione materiale; in alcune zone ascendono dalle cripte degli antichi conventi, vestiti di bianchi sudari e camminando a piedi nudi o con scarpe di seta. Percorrono sempre i medesimi tragitti per le vie buie e solitarie alla ricerca della strada di casa, illuminando il cammino con torce accese e cantando litanie; talvolta fanno tappa in luoghi sacri o si fermano a banchettare. Troveranno porte aperte e grazie alle tavole imbandite placheranno il loro anelito ancora forte verso la vita che hanno perduta.
Se gli spiriti sono stati soddisfatti dell’omaggio, lasceranno qualcosa: canistri di frutta secca a celebrazione dell’ultimo raccolto e regali nascosti, veri e propri doni dall’oltretomba che debbono essere cercati negli anfratti; ma soprattutto lasciano frutta martorana, dolci in pasta di mandorle a forma di frutti, e i biscotti chiamati ossa dî morti, dalla forma di frammenti d’ossa. Le famiglie dei cari non possono accorgersi della visita, se non al risveglio, quando trovano le cose portate dai morti, unico segno tangibile del loro passaggio; i fantasmi incarnano dunque in Sicilia eccezionalmente il ruolo di dorofori e vengono amichevolmente chiamati morticielli e morticini.
Al rinvenimento dei doni segue il contraccambio dei vivi ai morti, ossia la visita alle tombe. Le famiglie trascorrono la giornata nella necropoli, mangiando pasti a base di fave sulle lapidi o nelle cappelle familiari presso i resti dei loro cari, in armonia con essi: il pericoloso squilibrio della vigilia è stato sanato. Quelle che il giorno prima erano offerte per i trapassati diventano cibo per i vivi.
Nella Festa si conciliano due elementi: l’esaltazione del raccolto ormai alle spalle, autentico e genuino fulcro delle Pomonalia, e la commemorazione dei defunti, che nelle vesti di dolci dalla forma umanoide e fave – contenitrici d’anime – vengono ritualmente ingeriti per conservarne le qualità e la presenza.
Lo sviluppo di nuovi simboli e tradizioni durante questa occorrenza si è andato a formare nel corso degli anni. Ad esempio così come le zucche hanno sostituito le rape quando gli irlandesi hanno portato la tradizione di Halloween in America, notevole influenza sulla festa hanno avuto anche diverse opere letterarie e leggende popolari. L’usanza del travestirsi risale al Medioevo e si rifà al momento in cui il giorno di Ognissanti la gente povera andava di casa in casa e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della commemorazione, il 2 novembre. Anche la frase “dolcetto o scherzetto?” deriva dalla leggenda di Jack O’Lantern che racconta che Jack va di casa in casa chiedendo “Trick or Treat?” il cui senso originale è un po’ più minaccioso rispetto alla traduzione italiana; letteralmente significava sacrificio o maledizione.
Le tradizioni per Halloween che conosciamo noi oggi derivano da come questa antica festa sia stata inglobata nella cultura americana la quale l’ha plasmata rendendola oggi una festa come tante altre nella quale non c’è più il valore originale e tradizionale, facendo diventare Halloween più una festa di aggregazione e divertimento. Oggi Halloween è celebrato soprattutto nei paesi anglosassoni, in particolare America e Canada che in questo periodo si riempiono di decorazioni a tema. In Europa è una festa meno sentita, sebbene negli ultimi anni ci sia stata una forte crescita, merito delle nuove generazioni cresciute con film, serie TV e immagini che hanno abituato per così dire all’idea di una festa un po’ macabra, ma anche molto divertente.
Halloween nel mondo è parecchio celebrato, al contrario di quanto si possa credere. E’ assolutamente vero che sono gli Stati Uniti a detenere il record di festeggiamenti, dato che più del 60% degli abitanti lo celebrano, ma anche in Europa e perfino in Asia ci sono diverse tradizioni che tutti dovremmo conoscere.In Germania invece è necessario nascondere i coltelli o riporli nei cassetti, in maniera tale che gli spiriti, una volta entrati nelle abitazioni, non corrano il rischio di ferirsi.
Sono questi i giorni festosi dello Xantolo, in cui i messicani attendono con gioia di poter accogliere nuovamente le anime dei defunti che tornano, per l’occasione, a far visita a parenti e amici. Proprio per questo i messicani preparano l’altare dei morti con immagini del defunto, una croce, un arco e dell’incenso bruciato. Le città sono addobbate con fiori, tra canti, banchetti e racconti interessanti sulla vita dei defunti. Come in Italia anche in Francia il 1 novembre, Fete de la Toussaint, è il giorno in cui si festeggiano tutti i Santi riconosciuti dalla Chiesa Romana e non, mentre il giorno seguente, Le Jour des Morts, è dedicato alle anime dei defunti. Solamente la prima è festa nazionale, con il risultato che i credenti usano riunire entrambe le feste al 1 novembre, approfittando della giornata libera per far visita ai propri cari defunti. Il culmine avviene nella mezzanotte tra il 1 e il 2 novembre quando per tradizione si prepara una speciale cena, composta da latte, grano nero, pancetta, crepe e sidro.
In Svezia la festa di Ognissanti è conosciuta come Alla Helgons Dag, festeggiata quest’anno il 5 novembre. Se vi trovate da quelle parti, non esitate a godervi lo scenario del cimitero di Skogs Kyrkogarden a Stoccolma, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco che, per l’occasione, s’illumina di migliaia di luci di candele per rendere omaggio ai defunti,.L’isola delle Mauritius, forte del suo multiculturalismo, festeggia All Saints’s Day, festa nazionale su tutta l’isola. Per l’occasione, le tombe vengono pulite, abbellite con corone floreali variopinte, viene portato sulla lapide il piatto preferito del defunto, consumato in compagnia dei parenti, rigorosamente accompagnato da un sorso di rum.
In Spagna è Cadice il simbolo della festa di Ognissanti. La città andalusa si trasforma in un luogo magico, con una serie interminabile di eventi dato che la festa del 1 novembre viene anche vista come il passaggio ufficiale dall’autunno all’inverno, con un tripudio di specialità gastronomiche, locali e d’importazione, accompagnate da musica e balli tipici. Nelle Filippine si festeggia Ognissanti con un ricco pranzo al cimitero in compagnia di amici e parenti. Dal 31 ottobre al 2 novembre i filippini si recano presso i villaggi d’origine per passare questa sentita festa insieme alle famiglie, nel ricordo dei propri defunti. Il 1° novembre per i polacchi, oltre ad essere la festa dei Santi, è la Giornata Nazionale della Memoria per i Caduti di Guerra… una doppia occasione, dunque, per onorare i defunti.
Le tradizioni slovacche, infatti, sono tra le più ‘romantiche’ e non associano Halloween alla festa del terrore, ma più che altro alle anime dei defunti: la tradizione prevede di dover lasciare delle sedie davanti al camino, una per ogni membro della famiglia e per ciascun parente defunto. In Austria il concetto è più o meno lo stesso: è necessario lasciare sul tavolo, la notte di Halloween, pane e acqua e una lampada accesa, per poter dare il benvenuto alle anime dei defunti che entreranno nelle case di ciascuno di noi.
IN Cina: La festa delle lanterne o festival delle lanterne (in cinese: 元宵节S, yuánxiāo jiéP) è la festa che chiude il ciclo delle festività del Capodanno cinese. Festa notturna, a volte è chiamata anche «piccolo capodanno» (小過年S, xiǎo guòniánP). È consuetudine odierna che la popolazione (in particolare i bambini accompagnati dai genitori) esca per una passeggiata notturna con una lanterna in mano. Sebbene i modelli tradizionali di carta a candela (花燈S, huādēngP) siano ancora popolari, sempre più lanterne sono realizzate in plastica e dotate di batterie. Le effigi dei personaggi dei cartoni animati preferiti dei giovani competono con motivi tradizionali (animali e piante, scene leggendarie o mitologiche). La festa di Halloween ad Hong Kong si chiama Yue Lan , ovvero la Festa dei Morti affamati, durante la quale vengono accesi fuochi e vengono offerti doni e cibo per placare la fame dei fantasmi che si potrebbero innervosire con i vivi!
Quando si pensa alla festa dei morti di certo ti verranno in mente molti luoghi comuni e scene di film horror; in America Halloween è proprio così. Qui la tradizione ha lasciato spazio alle nuove usanze decisamente più hollywoodiane, ma comunque strizzano l’occhio a simboli e leggende tradizionali. I quartieri di tutte le città americane diventano set di film horror con decorazioni spaventose, per strada i bambini fanno dolcetto o scherzetto, i più grandi vanno a feste in costume e nelle grandi città come New York sono organizzati tour ed esperienze spaventose appositamente per questa serata.
Ma Halloween non è solo un patrimonio anglosassone: in America i paesi parlanti spagnolo hanno una loro versione di questa ricorrenza e cioè il Dia de los Muertos. Nonostante il nome poco invitante (giorno dei morti), questa è una festa molto allegra e gioiosa fatta per ricordare tutti insieme i cari defunti. Questa festa originaria del Messico viene celebrata in tutta l’America latina e anche se accomunata ad Halloween in realtà è una festa diversa. La caratteristica principale che la contraddistingue da Halloween è che gli spiriti qui non sono legati a qualcosa di maligno, ma sono accolti con allegria. Questa festività è stata inserita nella lista delle ricorrenze del patrimonio dell’UNESCO nel 2008.
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