#Resto a casa: ma non sono solo! 7 aprile 2020
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#Resto a casa: ma non sono solo! 7 aprile 2020
Tema Guidato e svolto in Classroom che descrive come si vive ai tempi del Corona Virus, noto come Covid-19, come si vive la quarantena e gli stati d'animo che si provano, con un invito alla responsabilità verso il prossimo. Riflessione e approfondimento - Gruppo Senior -
Imput: Quando a gennaio abbiamo saputo di un nuovo virus che stava mietendo vittime in Cina e che aveva provocato l’isolamento in quarantena di milioni di persone la maggior parte di noi non ha prestato grande attenzione alla notizia. Alcuni l’hanno semplicemente ignorata, altri l’hanno accolta come una delle tante informazioni provenienti da zone remote del mondo che possono preoccupare, dispiacere o lasciare indifferenti ma davvero in pochissimi abbiamo pensato che si trattasse di un fatto che potesse riguardarci direttamente.
Natalia_M. - A.L. - C.M. - M.N.
#Resto a casa: ma non sono solo!
Cos'è? E' un virus che ci sta facendo vivere in due modi che varia in base a come lo si vuole vedere, il primo modo secondo me bisogna vederlo come positivo e vi spiego il perchè: quante volte diciamo di passare più tempo con la nostra famiglia e poi a causa del nostro lavoro o dello studio, o gli amici non lo si passa, quante volte vogliamo parlare o confidarsi con qualcuno ma non sappiamo quando è il momento giusto.
Questo è il tempo del riavvicinamento con il prossimo. Solo ora forse riusciamo a capire veramente che tutti quei momenti dove abbiamo rimandato sempre qualcosa, forse è arrivato il momento giusto di farlo, di guardare negl'occhi i nostri genitori e magari stringerli in un forte abbraccio.
Ora in questo momento abbiamo un sacco di tempo e allora cosa possiamo fare ecco dei piccoli esempi che mi salgono per la testa per potervi dare alcune idee per passare questo tempo che ci tieni rinchiusi nelle nostre abitazioni.
Possiamo certamente pulire le tende, lavare le persiane, lavare la macchina, imbiancare casa, stirare, cucinare nuovi piatti, leggere, guardare nuovi film, stare con i nostri figli e farli sentire a proprio agio e dirgli che per qualsiasi cosa loro ci sono per sempre. Io ad esempio passo queste giornate normalmente quasi stando bene, come se quello che c’è fuori dalle nostre abitazioni non lo conoscessi o che proprio non ne ho per nulla paura. La mattina mi alzo verso le otto e trenta, colazione, doccia, compiti, pranzo, videochiamate con la ragazza e con gli amici, cena, film, e a letto e così via. non tutte però sono uguali.
I pomeriggi li passo normalmente in videochiamata con la Cxxxxxx perché è l’unico modo per far sentire la mia presenza a lei pure se siamo distanti. “Il cuore non conosce la distanza” ed è per questo che lei ed io continuiamo ad amarci ancora tramite questa distanza che però il nostro cuore non conosce.
Mi è successo anche di dire dentro di me che siamo fortunati ad avere questi mezzi di comunicazione come il telefono, il computer, il tablet, dove tutti loro forniscono una illimitata famiglia di app che ti possono far comunicare con altre persone in momento istantaneo, attraverso chiamate, videochiamate, messaggi scritti, audio, foto .
Dove se pure sei solo, con queste app ti senti al sicuro o non ti senti più solo ma ti senti che per qualcuno che ci sei ancora e allora in quel momento di rende veramente unico speciale ma allo stesso tempo ti rende felice, perché cos’è che ti può rendere più felice di essere non solo ma di essere sempre con qualcuno dove ti dica che tu per lui vali e che allo stesso tempo ti vuole bene.
Quindi questa quarantena non la prendiamo come una cosa negativa ma prendiamolo come un periodo di essere più felici con noi stessi,di conoscere al meglio noi stessi.
#Resto a casa: ma non sono solo!#Resto a casa: ma non sono solo!
Se prima la nostra angoscia per il futuro riguardava la mancanza di lavoro e la possibilità di essere costretti a cercarlo fuori dall’Italia, ora abbiamo iniziato a dubitare del futuro stesso e, talvolta, della reale affidabilità degli adulti. Ma la nostra gioventù non si deve manifestare solo in una svagata sconsideratezza: questa esperienza, il ricordo di quel coraggioso maestro statunitense di cento anni fa, ci invitano a prendere coscienza dell’infinito potenziale della nostra età.
Tra una videolezione, una maratona su Netflix e una nottata alla playstation, si fa avanti il desiderio di altro: di giustizia, di rispetto, di un mondo in cui gli esseri umani possano vivere in armonia e senza paura. E iniziamo a pensare che stiamo diventando migliori, meno egoisti e più empatici e che vogliamo qualcosa di diverso per il nostro futuro. Quando finalmente potremo tornare ad abbracciarci, forse i nostri abbracci saranno più autentici e le nostre azioni più responsabili.
E se l’impresa ci sembra titanica, ci conforta sapere che almeno stiamo capendo qualcosa e che se non sappiamo come fare almeno ce lo stiamo domandando. Perché, del resto, come disse tanto tempo fa un filosofo cinese, un viaggio di mille miglia, comincia con il primo passo.
Imput: Quando a gennaio abbiamo saputo di un nuovo virus che stava mietendo vittime in Cina e che aveva provocato l’isolamento in quarantena di milioni di persone la maggior parte di noi non ha prestato grande attenzione alla notizia. Alcuni l’hanno semplicemente ignorata, altri l’hanno accolta come una delle tante informazioni provenienti da zone remote del mondo che possono preoccupare, dispiacere o lasciare indifferenti ma davvero in pochissimi abbiamo pensato che si trattasse di un fatto che potesse riguardarci direttamente.
Natalia_M. - A.L. - C.M. - M.N.
#Resto a casa: ma non sono solo!
Cos'è? E' un virus che ci sta facendo vivere in due modi che varia in base a come lo si vuole vedere, il primo modo secondo me bisogna vederlo come positivo e vi spiego il perchè: quante volte diciamo di passare più tempo con la nostra famiglia e poi a causa del nostro lavoro o dello studio, o gli amici non lo si passa, quante volte vogliamo parlare o confidarsi con qualcuno ma non sappiamo quando è il momento giusto.
Questo è il tempo del riavvicinamento con il prossimo. Solo ora forse riusciamo a capire veramente che tutti quei momenti dove abbiamo rimandato sempre qualcosa, forse è arrivato il momento giusto di farlo, di guardare negl'occhi i nostri genitori e magari stringerli in un forte abbraccio.
Ora in questo momento abbiamo un sacco di tempo e allora cosa possiamo fare ecco dei piccoli esempi che mi salgono per la testa per potervi dare alcune idee per passare questo tempo che ci tieni rinchiusi nelle nostre abitazioni.
Possiamo certamente pulire le tende, lavare le persiane, lavare la macchina, imbiancare casa, stirare, cucinare nuovi piatti, leggere, guardare nuovi film, stare con i nostri figli e farli sentire a proprio agio e dirgli che per qualsiasi cosa loro ci sono per sempre. Io ad esempio passo queste giornate normalmente quasi stando bene, come se quello che c’è fuori dalle nostre abitazioni non lo conoscessi o che proprio non ne ho per nulla paura. La mattina mi alzo verso le otto e trenta, colazione, doccia, compiti, pranzo, videochiamate con la ragazza e con gli amici, cena, film, e a letto e così via. non tutte però sono uguali.
I pomeriggi li passo normalmente in videochiamata con la Cxxxxxx perché è l’unico modo per far sentire la mia presenza a lei pure se siamo distanti. “Il cuore non conosce la distanza” ed è per questo che lei ed io continuiamo ad amarci ancora tramite questa distanza che però il nostro cuore non conosce.
Mi è successo anche di dire dentro di me che siamo fortunati ad avere questi mezzi di comunicazione come il telefono, il computer, il tablet, dove tutti loro forniscono una illimitata famiglia di app che ti possono far comunicare con altre persone in momento istantaneo, attraverso chiamate, videochiamate, messaggi scritti, audio, foto .
Dove se pure sei solo, con queste app ti senti al sicuro o non ti senti più solo ma ti senti che per qualcuno che ci sei ancora e allora in quel momento di rende veramente unico speciale ma allo stesso tempo ti rende felice, perché cos’è che ti può rendere più felice di essere non solo ma di essere sempre con qualcuno dove ti dica che tu per lui vali e che allo stesso tempo ti vuole bene.
Quindi questa quarantena non la prendiamo come una cosa negativa ma prendiamolo come un periodo di essere più felici con noi stessi,di conoscere al meglio noi stessi.
#Resto a casa: ma non sono solo!#Resto a casa: ma non sono solo!
Se prima la nostra angoscia per il futuro riguardava la mancanza di lavoro e la possibilità di essere costretti a cercarlo fuori dall’Italia, ora abbiamo iniziato a dubitare del futuro stesso e, talvolta, della reale affidabilità degli adulti. Ma la nostra gioventù non si deve manifestare solo in una svagata sconsideratezza: questa esperienza, il ricordo di quel coraggioso maestro statunitense di cento anni fa, ci invitano a prendere coscienza dell’infinito potenziale della nostra età.
Tra una videolezione, una maratona su Netflix e una nottata alla playstation, si fa avanti il desiderio di altro: di giustizia, di rispetto, di un mondo in cui gli esseri umani possano vivere in armonia e senza paura. E iniziamo a pensare che stiamo diventando migliori, meno egoisti e più empatici e che vogliamo qualcosa di diverso per il nostro futuro. Quando finalmente potremo tornare ad abbracciarci, forse i nostri abbracci saranno più autentici e le nostre azioni più responsabili.
E se l’impresa ci sembra titanica, ci conforta sapere che almeno stiamo capendo qualcosa e che se non sappiamo come fare almeno ce lo stiamo domandando. Perché, del resto, come disse tanto tempo fa un filosofo cinese, un viaggio di mille miglia, comincia con il primo passo.
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