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The Witcher

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Messaggio Da Euranie Cryzz Mer Ott 20, 2021 12:41 pm

Progetto "Creative Writing" - Testo di genere fantasy scritto a più mani basandosi su una traccia esistente.


Soffiava un vento che sapeva di morte quella sera tra le pendici dei monti di Mahakam, nel lato sotto controllo del regno di Lyria. Alberi li attorno, le cui fronde spinte dal vento emettevano il caratteristico fruscio debole, spingendole in quelle forme ossute e rachitiche di alberi spogli e invernali. Poco più in la le rovine bruciate della roccaforte del Sinodo della Salamandra.

Giorni addietro nessuno avrebbe mai pensato che quella associazione di maghi e il loro mentore, noto come Silente del Sinodo si sarebbero mai spinti sino a quel punto: Drogare e torturare Shayla Lander, una sua allieva nella associazione accusata di favoreggiare i fanatici del culto del Fuoco Eterno, moglie del Re di Redania, ma soprattutto incinta quella sera. Lei accettò di incontrarlo per chiarire, ma trovò tutt’altro. Torturata al punto da farla abortire. Torturata al punto che questa poteva sentire tutto per via della droga che ne paralizzava il corpo ma non lo spirito e le percezioni. Non poteva fare nulla per fermare la follia della vendetta del Silente su di lei, vendetta che doveva colpire Redania, il suo re e il Fuoco Eterno, in quella lunga notte a Rivia.


Per nascondere le prove infine il Silente appiccò astutamente un incendio alla rocca, tracciando simboli del Fuoco Eterno li attorno. Voleva fare ricadere le colpe sulla religione del Fuoco Eterno e i suoi fanatici, specie in quel periodo, dato che l’Ordine della Rosa Fiammeggiante da sempre braccio armato di quella religione, era in difficoltà dopo recenti scontri contro i maghi del Sinodo.
Il Silente però non si sarebbe mai aspettato che un gruppo di contadini attratti dall’incendio e accorsi per spegnerlo, trovassero il corpo della ragazza e trovassero il feto abortito, ma non diedero a questo la dovuta sepoltura: Non c’era tempo, le fiamme erano troppo pericolose per i vivi più che per i morti. Anima pia crudelmente strappata, che spinse la terra stessa alla oscurità facendo gravare su quella terra una nuova maledizione.
Shayla, venne trasportata al tempio della Dea Melitele più vicino e curata dalle sacerdotesse della Dea. Pianse la morte del proprio bambino doppiamente quando la maga bianca, curandola dalle ferite fisiche promulgò terribili parole:
“Mi dispiace, temo che... temo che non potrai mai più avere un bambino... mi dispiace veramente”.
Non sarebbe mai più potuta essere madre, lei che donna era arrivata a sfiorare di soddisfare il proprio naturale desiderio. Alla sofferenza si aggiunse altra sofferenza, nonostante l’aiuto ricevuto la disperazione non sembrava avere fine, curata ebbe così modo di tornare a casa, a Redania e comunicare la terribile notizia della perdita al proprio marito.

Sino a quando giunse la notizia da un villaggio vicino alle rovine della rocca del Sinodo, di come intorno all´area di quel rogo nefasto le partorienti dessero alla vita figli morti, l´ombra oscura si distendeva e ormai serpeggiava la voce della maledizione. Il barone locale dispose un contratto: Un pagamento a chiunque avesse risolto la questione, maledizione o meno che sia. Un Witcher accettò il contratto.
Shayla non si sarebbe aspettata di ritornarci proprio questa sera, non sapeva nemmeno lei perchè volle andarci, forse in cuor suo sapeva di essere legata a quegli eventi e di dover affrontare le proprie paure e i propri terribili ricordi in compagnia di un uomo in armatura di cuoio e armato di due spade infoderate dietro la schiena, tale Jorvan Ulfarsson, il maestro Witcher che accettò il contratto.
Più il duo si avvicinava al centro dove si era consumato il misfatto, più una sensazione di morte gravava sul cuore della donna. Si sentiva male. Ma non si sarebbe mai aspettata di vederlo li, non morto, non vivo, mai nato.
“E’ un Botchling” disse il maestro Witcher “un bambino mai nato, trasformatosi in un non morto”. Gattonava, il mostro, nell’ombra delle rovine ormai carbonizzate avvicinandosi man mano a lei, attratto da lei, forse riconoscendola.
“E’... il mio bambino” in preda alla tristezza, riconoscendolo forse anche lei. Man mano si avvicinava e mostrava il suo aspetto. Putrefatto,così come il suo odore. Tinto di un colorito rossastro da ipostasi, l’aspetto di carne in rovina, di una maledizione vivente che ha legato lei, il bambino e quel luogo. “Non fategli del male!” visibilmente preoccupata dal sapere che proprio quello sia la causa della maledizione. Nessuno si sarebbe aspettato che il destino l’avesse fatta tornare e che la causa della maledizione fosse proprio ciò che ha subito, ma forse in cuor suo lei sapeva di avere un ruolo e voleva ritrovare la pace.
“Non voglio nasconderti nulla” Tornò a parlare il Witcher “è un non morto, potrebbe essere troppo tardi per fare qualcosa, e non appena lo avvicineremo diventerà un Ghoul... ma esiste una alternativa per tuo figlio. Il rituale da compiere è chiamato Aymm Rhoin. Il rituale del nome.. e si, prima che tu mi chieda, è un rituale elfico. Agli spiriti non importa la razza, importa il significato, e l´antica lingua è un modo per parlare con loro...” Disse il maestro Witcher, guardandola, sapendo la sua provenienza del nord, laddove il Fuoco Eterno insegna a disprezzare il diverso, disprezzare elfi, nani e tutto ciò che non è umano, poi aggiunse: “Dovrai rischiare, avvicinarti e ... prenderlo in braccio, sappi che se ti attaccasse potrebbe non fermarsi ”.
“Non farai del male al mio bambino? Qualsiasi cosa, ma ti prego non fargli del male” era disposta a prendere in braccio il mostro. Lo fissò, era davvero orribile, ma il suo cuore di madre glielo faceva vedere come suo. Si chinò vedendolo li vicino a gattonare e allungò le braccia “Vieni qui, in braccio, non ti farò del male” disse lieve.
Il bambino si avvicinò speditamente nel suo gattonare a quattro zampe e preso in braccio mostrava la sua natura di neonato: la testa gli cadeva a ogni movimento se non tenuta e gemeva proprio come un bambino, se non fosse che sembrava soffrire per il suo stato di non vivo, non morto. Il botchling alla fine riuscì a focalizzare lo sguardo tramite ciò che rimaneva dei suoi occhi violacei e in decomposizione, verso la donna. La riconobbe. Strillò, con le sue corde vocali decadenti emettendo un suono rauco e stridulo, si agitò rabbiosamente, forse accusandola di essere la causa della sua morte, della sua non nascita.
“Hai ragione è colpa mia, è solo colpa mia” disse Shayla verso di lui, la voce rotta, disperata “Ma adesso sono qui. Non ti abbandono. La tua mamma è qui” tentando di avvicinarselo, pur percependo la diversità, percependo il suo essere un mostro, tentò di calmarlo usando voce tranquilla, pur senza successo. Era rabbioso il botchling, non la perdonava per quanto accaduto.


Il Witcher guardò il piccolo, sanguinava “Mh... sangue di botchling, non è un buon segno” mormorò tra se e se “Dobbiamo andare in un posto sicuro” concluse alzando la voce quanto basta per farsi udire dalla donna.
“Perchè?”.
“Il sangue di un botchling attira wraiths, spettri vendicativi, dobbiamo andare... ora!” portando la mano guantata dal cuoio sulla elsa della spada dietro le spalle.
Shayla esitava ma annuì sul finire, muovendo qualche passo svelto per andarsene ma l’intenzione venne fermata dalla comparsa appunto di spettri, semi trasparenti, armati di spada e con una lanterna in mano, risvegliati dalle urla del bambino. Sono wraith, spettri vendicativi, forse frutto della maledizione essi stessi, nati dalla crudeltà efferata che si è compiuta tempo addietro, combattenti senza volto e senza desideri all’infuori della vendetta, e soprattutto impalpabili: E’ impossibile ferirli con le armi.
“Vai, esci dalla foresta e calma il piccolo io vi proteggo” ordinò alla donna mentre impugnata saldamente la spada arretrò per accompagnarla. Gli spettri erano cauti e furbi, il loro interesse era di proteggere il botchling come vorrebbe fare Shayla, solo forse in un modo contrario. Durante la fase concitata della fuga, uno di questi raggiunse e si avventò sul gruppo, ma è l’argento ciò che differenziava la spada che impugnava il Witcher da una spada comune.
Era una spada d’argento, prodotta da esperti forgiatori nani di Mahakam. Al taglio che questa aveva compiuto fendendo l’aria, lo spettro venne ferito, tagliato in pieno corpo e con urla abissali si dissolse “Va!” ordinò nuovamente alla donna.
Questa strinse il piccolo a se come fosse un tesoro e corse seguendo la stradina buia attraverso la foresta, rallentando solo poco dopo con il fiatone, ormai laddove la foresta si era diradata notevolmente. Il Witcher li seguiva, rallentato dal dover respingere la minaccia e poco dopo, imperlato di sudore, la affiancò nuovamente. Una volta fuori riposò nuovamente la spada.
La donna lo guardava cercando guida, una tacita domanda sicuramente e così il Witcher parò:“Portarlo sino a Redania è pericoloso, lo seppelliremo qui, lontano dal luogo in cui ha trovato la morte”.
Shayla spalancò gli occhi: “Seppellirlo? Non si parlava di fare qualcosa? di sciogliere la maledizione? Non posso separarmene nuovamente”, disse guardando il piccolo ansimante, gemeva e mugolava cose inintellegibili, era un mostro però, ma era palese che soffrisse per la sua stessa natura.
“Sta soffrendo, non è più il suo mondo questo.” Spiegò pacato. Si diede da fare per scavare con le mani e con un pugnale laddove le radici impedivano.
Lei torna in lacrime e a lamentarsi “Non è cosi che doveva finire Witcher, non voglio separarmene, è.... è mio figlio” guardandolo e vedendolo dedito a scavare la terra. Lei intuì cosa stava facendo, una fossa adatta al cadavere del bambino, e così strinse piu forte il mostro.
Non ci volle molto in verità per creare una fossa per una così piccola creatura e tornato in piedi si volse alla donna, scrutandola. Empatico forse verso la sofferenza di lei: “Sai che è la cosa giusta da fare”.
Lei esitò dapprima e silenziosamente annuì con lacrime che ancora solcavano le sue guance, vedendolo in braccio con un piedino in bocca. Forse una emulazione di cio che sarebbe stato, ma che mai potrà essere.
Il maestro Witcher così riprese: “ Compiamo il rituale adesso, vicina alla tomba... tieni il Botchling tra le mani, e guardalo attentamente... hai deciso il nome che vorresti dargli? " gli chiese, guardandola in attesa, aspettando un cenno. La donna così annuì e replicò: “Avevamo già deciso il nome, sia femminuccia che maschietto...” dato che appunto è un maschio il piccolo botchling non ci vorrà molto a nominarlo.
Il Witcher annuì, vedendola avvicinarsi alla tomba. Cercò di infonderle coraggio, forte della sua professionalità. Così parlò: " Ripeti dopo di me: Per i poteri della terra e del cielo. Per il mondo che doveva essere la tua casa. Perdonami, tu che sei arrivato ma che io non ho abbracciato. Io ti nomino - qui afferma il suo nome - e ti abbraccio come mio figlio".
Shayla lo spostò un poco, in avanti, in modo da guardarlo attentamente con occhi di madre" Per i poteri della terra e del cielo. Per il mondo che doveva essere la tua casa.” Ricomincia a piangere “Perdonami ... tu che sei arrivato ma che io non ho abbracciato...”. Si prende una pausa di un secondo, voce rotta dal pianto: “ Io ti nomino ... Davon Lander ... e ... ti abbraccio ... come mio figlio ". E a seguire quelle parole tace piangendo silenziosamente, lo abbraccia, stringedolo delicatamente, mentre le lacrime continuano imperterrite.
Davon si lamenta ancora e ancora, la sua vita è una sofferenza ma è cosi che davanti la sua tomba, futura culla e casa, riceve finalmente un nome e si fa abbracciare dalla madre e lui si allunga ricambiando poggiandosi sulla spalla della donna, dimenticando d’esser mai nato. Un momento di dolcezza prima che in un ultimo gemito lungo espira, abbandonando finalmente e per sempre il mondo dei vivi tra le calde braccia della madre. Rumore di uccelli che spaventati si levano in volo fuggendo dalla rocca del Sinodo, la magia è energia e gli animali la percepiscono forse piu degli umani.
Davon è adesso silenzioso, era gia da prima freddo ma adesso è fermo, pesante. Venne seppellito subito dopo. Senza altre parole da nessuno dei due presenti. Forse soddisfatto il suo bisogno d´affetto finalmente, la maledizione è spezzata.
Il luogo tornò sereno, il barone soddisfatto pagò il Witcher per avere sciolto la maledizione.

Tempo dopo il Witcher si trovò a passare per Redania.
Shayla era nuovamente gravida, dono del piccolo Davon per lei. Dove si trovi ora lo spirito del piccolo non si sa, ma di sicuro avrà per sempre un posto nel cuore di Shayla.

Egli non nacque ma avrà per sempre affetto, altri nacquero ed affetto non ne ebbero mai.

Autori: Salvatore M.; Chiara S.; Monica M.
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